
Nella ricerca pubblicata sul Journal of Abnormal Child Psychology, condotta su oltre 200 bambini di età fra tre e sei anni, il 10% di questi ha mostrato tratti insensibili e impassibili come mancanza di rimorso o di empatia verso i sentimenti di altre persone. Lo strumento diagnostico potrà quindi permettere di offrire terapie tempestive ai bambini a rischio di psicopatologie, precisa Kimonis. “Finora non avevamo modo di identificare tali tratti nei bambini molto piccoli. Questo è il primo studio che usa strumenti adattati alla prima età e prima questi bambini sono identificati, prima possono essere aiutati”, aggiunge.
I bambini sono stati valutati usando una combinazione di test adattati alla loro età oltre a interviste con i loro genitori e insegnanti. I test misuravano la loro abilità a riconoscere espressioni facciali mutevoli o statiche e le loro reazioni a immagini angoscianti o neutrali, come un bambino che piange o un oggetto qualsiasi. “Dei bambini anche molto piccoli con tali tratti mostrano difficoltà nel riconoscere le emozioni di altri e non restano coinvolti nelle emozioni altrui. Quando vedono persone sofferenti la loro attenzione non è catturata nella maniera in cui lo sarebbe nella popolazione sana”, spiega la psicologa.
Gli strumenti diagnostici sono stati disegnati per catturare tratti di insensibilità, in modo da distinguere i bambini a rischio di psicopatologie dai bambini con disturbi dello sviluppo come l’autismo. E, secondo Kimonis, possono avere importanti applicazioni nel trattamento di bambini a rischio di comportamento criminale più tardi nella vita. In tempi recenti vi è la tendenza a prescrivere farmaci a questi bambini piccoli, il che è preoccupante perché non sappiamo quanto ciò possa essere dannoso, riferisce la studiosa, “Dobbiamo affrontare il problema da un’angolatura differente e adattare il comportamento dei genitori con programmi educativi che si sono già dimostrati efficaci per altri bambini antisociali. L’obiettivo è di sviluppare le attitudini emotive dei bambini, di insegnare ai genitori ad essere affettuosi, a coinvolgersi nella realtà dei figli e osservare come può ridurre nel tempo quei tratti insensibili e impassibili”.
